Vitigni e tipologie

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Chi di voi non si è mai chiesto quanti tipi di prosecco esistono? Sembrano tutti uguali…
In realtà sono ben diversi e caratterizzati tutti da particolarità proprie, che di seguito cercheremo di illustrare.

Le diverse tipologie di Prosecco

Si distinguono essenzialmente tre tipologie di Prosecco, che si differenziano dal titolo alcolometrico volumico naturale minimo [vol]:

  • Prosecco propriamente detto tranquillo [10,50% vol.]
  • Prosecco frizzante [9% vol.]
  • Prosecco Spumante [11,00% vol.]

La Variante del Prosecco Spumante, la più diffusa, è suddivisa in:

  • extra-dry
  • dry
  • brut

In entrambi i casi si tratta di un vino dal colore giallo paglierino, dall’odore fine e dal sapore fresco.

Le tipologie prodotte mediante fermentazione tradizionale in bottiglia, caratteristica rara e che va specificata in etichetta, inoltre, possono presentare una velatura. Tali vini hanno un sapore secco, frizzante e fruttato, con eventuali sentori di crosta di pane e lievito.

I vitigni e le coltivazioni

Il vitigno base per la produzione di Prosecco è il glera, le cui uve devono costituire almeno l’85% del totale.

Una piccola frazione, comunque non superiore al 15% del totale, può essere costituita da verdiso, bianchetta trevigiana, perera, glera lunga, chardonnay, pinot bianco, pinot grigio e pinot nero vinificato in bianco.

I terreni adatti alla coltura dei vigneti sono quelli ben esposti e drenati, quindi non sono ammessi terreni ad alta dotazione idrica o torbosi. In ciascun appezzamento devono sussistere almeno 2 300 ceppi per ettaro.

Le tecniche di coltivazione e impianto sono quelle “classiche” che non provocano modificazioni alla qualità di uva e vino e prive di forzature. Sono vietate le coltivazioni espanse (come le pergole), ma esiste una deroga di dieci anni per i vigneti piantati prima della disciplinare del 2009.